In Giugno 9, 2014

Secondo quanto stimato dall’INAIL, nel corso del 2011 gli infortuni sul lavoro in Italia (726.000) hanno subito una diminuzione del 6,4%, rispetto all’anno precedente (775.669). È rilevante anche il minor numero di morti che passa da 973 a 930. La riduzione più marcata è stata registrata nel settore Industriale (-9,9%), seguito dall’Agricoltura (-6,3%) e dai Servizi (-4,2).

Consistente la tendenza positiva nelle costruzioni (-11,0%), caratterizzate, tuttavia, da una flessione del numero degli occupati (-5,3% rispetto al 2010). Nei Servizi scendono dell’8,8% i casi mortali, mentre nell’Industria del 2,1%, considerando però la diminuzione del numero di costruzioni del 10% circa. Per l’Agricoltura si registra un lieve aumento (+2,7%).

Il Mezzogiorno vanta il risultato più positivo rispetto al numero degli infortuni (-8,1%) ma detiene la concentrazione più alta di casi mortali (10,2%). Si riscontra un decremento più sensibile per gli uomini rispetto alle donne (rispettivamente -6,8% e -5,5%), che risultano maggiormente occupate (+1,2%, contro il -0,1%).

Nei casi mortali è stato rilevato un sensibile incremento nella popolazione femminile (+15,4%) rispetto a quella maschile (-6,1%), dovuto spesso a episodi “in itinere”. Durante gli ultimi due anni, sono aumentate notevolmente le denunce di malattia professionale, da un lato, per la crescente consapevolezza acquisita dai lavoratori grazie a istituzioni e organizzazioni, dall’altro, per la considerazione dei disturbi muscolo-scheletrici nelle nuove tabelle, che rendono più agevole il riconoscimento del legame tra esposizione al rischio e patologia. In Agricoltura, in particolare, nel 2011 vi sono state 8.000 denunce, con un aumento pari al 24,8% rispetto all’anno precedente. Più moderata, invece, la crescita del numero di denunce tra statali (+14,6%) e Industria e Servizi (+6,8%).

 

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