In Giugno 9, 2014

Investire in salute e sicurezza sul lavoro contribuisce alla performance aziendale, migliora il benessere personale, riduce l’assenteismo e il turnover e porta maggiore soddisfazione nel lavoro. Non vi è dubbio che un buon ambiente lavorativo è un grande fattore di competitività e può svolgere un ruolo cruciale per aumentare il potenziale della forza lavoro.

Alla luce di tali considerazioni, l’obiettivo generale della strategia attuata dall’UE dal 2007 al 2012 è stato quello di ottenere una riduzione continua, durevole e omogenea degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali. I dati finora disponibili, relativi all’andamento dal 2007 al 2009, indicano un tasso di incidenti sul lavoro in continua diminuzione e ciò fa ben sperare sulla probabilità che nel 2012 siano ancora meno.

Più precisamente, i dati mostrano un calo del tasso di incidenti in 15 Stati membri, un numero stabile in 4 e un aumento in soli 3 Stati membri.
Tra gli aspetti positivi, si evidenzia come la maggior parte degli Stati membri disponga ormai di strategie nazionali e la condivisione di linee guida omogenee ne faciliti la messa in atto. Per quanto riguarda, invece, gli elementi da migliorare, si riscontra l’importanza di focalizzarsi sulle esigenze delle piccole e medie imprese nella proposta di nuovi provvedimenti legislativi e la necessità di una valutazione del fenomeno da un punto di vista non solo quantitativo, ma anche qualitativo, che permetta di cogliere tendenze future.

Nell’implementazione delle prossime strategie si dovrà tener conto, infatti, dell’incremento dei disturbi muscolo-scheletrici, della rilevanza dei rischi psico-sociali, soprattutto in momenti di crisi, dei potenziali rischi delle nuove tecnologie (nanotecnologia, ingegneria genetica e biologia sintetica) e del prolungamento della vita lavorativa media.

 

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