In Giugno 9, 2014

L’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA – European Agency for Safety and Health at Work) ha pubblicato, qualche giorno fa, un report dal titolo: “Foresight on new and emerging risks associated with new technologies by 2020”.

Il contributo punta a far luce su quali pericoli vi siano, dal punto di vista della salute e dellasicurezza sul lavoro, per chi svolge la propria attività nell’ambito della green economy. La relazione presenta, quindi, uno studio di previsione volto a delineare scenari futuri, anticipando rischi nuovi ed emergenti di un settore in rapida crescita. L’obiettivo, come afferma il direttore dell’EU-OSHA Christa Sedlatschek, è far sì che tali posti di lavoro (green jobs), non siano solo un bene per l’ambiente ma tutelino anche la salute dei lavoratori.

Nel testo sono descritte le tre fasi che hanno caratterizzato lo studio, ossia:

  • individuazione dei fattori di cambiamento (ambiente, efficienza energetica, incentivi statali, crescita economica, controlli nazionali, opinione pubblica, ecc.);
  • identificazione di nuove tecnologie (bioenergia, edilizia verde, energia eolica, nanotecnologie, ecc.) che, entro il 2020, saranno in grado di creare posti di lavoro;
  • creazione di tre scenari (contraddistinti da diversi livelli di crescita economica e impatto ambientale) sulla base di quanto emerso nelle fasi precedenti.

Dall’analisi è emerso come la decentralizzazione del lavoro (ad esempio piccole unità disseminate in un ampio territorio) renda più difficile verificare la messa in atto di comportamenti sicuri. Il progresso tecnologico, inoltre, richiede l’applicazione di procedure innovative e il possesso di nuove conoscenze, ma la velocità che caratterizza il suddetto settore potrebbe determinare rischi per i dipendenti impreparati o non adeguatamente istruiti.

 

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