Rischio di atti di violenza a danno degli operatori sanitari:
Sono considerati atti di violenza a danno degli operatori sanitari: insulti, minacce e qualsiasi forma di aggressione fisica o psicologica praticate sul lavoro da parte di soggetti esterni alla struttura sanitaria o dai pazienti stessi, tali da mettere a repentaglio la salute, la sicurezza o il benessere di un individuo.
Ne sono interessati tutti gli operatori (medici, infermieri, psicologi, operatori socio-sanitari, assistenti sociali, personale del servizio 118, servizi di vigilanza) e tutte le attività svolte durante l’erogazione di prestazioni ed interventi socio-sanitari.
Scopo:
Scopo del documento di indirizzo sulla prevenzione e la gestione degli atti di violenza a danno degli operatori sanitari emesso dalla regione Lazio ad Ottobre 2018 è quello di prevenire gli atti di violenza, attraverso l’implementazione di misure che consentano l’eliminazione o riduzione delle condizioni di rischio presenti e l’acquisizione di
competenze da parte degli operatori nel valutare e gestire tali eventi quando accadono. Incoraggiare il personale a segnalare prontamente gli episodi subiti tramite una specifica Scheda Segnalazione Aggressioni e a suggerire le misure per ridurre il rischio.
Datore di Lavoro e Misure di Prevenzione e Protezione:
A tutto ciò occorre aggiungere l’obbligo, ai sensi del D.Lgs.81/2008, da parte dei datori di lavoro di prevedere nel Documento della Valutazione del Rischio (DVR) anche l’analisi e la stima del rischio violenze e aggressioni nel comparto sanitario.
Nel caso in cui l’attuazione delle misure di prevenzione e protezione vengano delegate a terzi e non svolte direttamente dal datore di lavoro, è obbligatorio conservare traccia scritta dell’incarico con firma d’accettazione da parte dell’incaricato.
Il datore di lavoro, nel caso di affidamento di lavori all’interno dei propri luoghi di lavoro a ditte esterne, fornisce agli stessi dettagliate informazioni sui rischi specifici esistenti negli ambienti in cui sono destinati ad operare e sulle misure di prevenzione e di emergenza adottate in relazione alla propria attività e dove previsto redige il DUVRI (Documento Unico per la Valutazione dei Rischi da Interferenza) al fine di coordinare le attività e i lavoratori coinvolti.
- Il datore di lavoro dovrà approvare il “documento di indirizzo sulla prevenzione e la gestione degli atti di violenza a danno degli operatori sanitari” emesso dalla regione Lazio ad Ottobre 2018
- Il datore di lavoro dovrà istituire, se non già presente, il “gruppo di lavoro interdisciplinare” per avviare l’elaborazione/revisione del “programma di prevenzione degli atti di violenza a danno degli operatori sanitari”
- Il datore di lavoro dovrà elaborare/revisionare specifiche procedure per l’implementazione della raccomandazione ministeriale n°8 sulla base del “documento di indirizzo sulla prevenzione e la gestione degli atti di violenza a danno degli operatori sanitari” emesso dalla regione Lazio ad Ottobre 2018
- Verrà allegato al presente DVR il “Programma di Prevenzione degli atti di Violenza” elaborato dall’organizzazione sanitaria. Il PPV deve contenere obiettivi chiari, essere adatto alle dimensioni e alla complessità dell’organizzazione ed essere adattabile a specifiche situazioni
- Tutti i lavoratori verranno correttamente formati e informati sul rischio legato ad atti di violenza a danno degli operatori sanitari. Le iniziative formative dovranno privilegiare metodologie didattiche interattive con prove pratiche e simulazioni. La formazione andrebbe ripetuta con cadenza annuale.
- Il datore di lavoro dovrà evitare che gli operatori lavorino isolati e, in casi particolari come ad esempio con soggetti con patologie psichiatriche, definire procedure di lavoro che prevedano la presenza di altri operatori a contatto visivo, uditivo o, se necessario, fisico, nell’ambiente dove e nel momento in cui l’operatore dovrà interagire con questi soggetti.
- Il personale aggredito deve essere valutato psicologicamente indipendentemente dalla gravità dell’episodio