In Giugno 9, 2014

Il crescente impiego di strumenti tecnologici in ambito lavorativo porta a riflettere suirischi per la salute dei lavoratori che il loro utilizzo comporta. Il cosiddetto “tecnostress” rappresenta un triste risultato dell’uso eccessivo di tecnologia. Tra le figure professionali più esposte a tale rischio vi sono: tecnici informatici, addetti ai terminali, giornalisti e operatori finanziari. Questo fenomeno può condurre alla lunga a disturbi quali difficoltà ad addormentarsi, suscettibilità, spossatezza e ipertensione. Inoltre, un’esposizione costante a dispositivi tecnologici per diverse ore al giorno senza pause (è necessario riposare 15 minuti ogni 2 ore trascorse davanti al monitor) è in grado di determinare una carenza di produttività.

Ulteriore minaccia per il lavoratore è rappresentata dall’incredibile mole di dati provenienti dall’esterno che è chiamato a gestire e che può far sperimentare un “sovraccarico di informazioni”. Tale eccesso di nozioni determina confusione e affaticamento cronico e può accompagnarsi alla sindrome del “multitasking” caratterizzata da continue sospensioni dovute all’uso di più tecnologie e da problemi nei rapporti sociali.

 

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