In Giugno 9, 2014

Nel 2010 tra i casi d’infortunio, 245.462 (ovvero il 31,6%) hanno riguardato donne, cifra che rappresenta il 29% circa di quelli accaduti in azienda e circa la metà di quelli avvenuti per recarsi sul posto di lavoro. Il numero delle infortunate, dal 2006, è aumentato di 5 punti percentuali (dal 26,9% iniziale), con un’occupazione femminile che è salita soltanto dell’1%.
Nel settore agricolo si registra una diminuzione degli infortuni pari al 28%, mentre tra le dipendenti Statali si riscontra un aumento del 14% circa. Nel periodo tra il 2006 e il 2010 il numero di incidenti mortali a carico delle donne è ridotto del 21,2%, seppur in maniera meno consistente sul totale dei lavoratori. Un dato importante è rappresentato dall’alto numero di morti di donne nel tragitto verso la sede lavorativa: il 51,3% rispetto al 20,8% per gli uomini.

Questo elemento può essere spiegato dal fatto che spesso il personale di sesso femminile svolge lavori meno rischiosi degli uomini. Tra le aree in cui si individuano maggiori casi di infortunio per le donne, vi sono: lavoro domestico (87,6%), sanità e i servizi sociali (76,9%) ed enti pubblici e locali (58,2%). Le divisioni con meno incidenza (9%), invece, risultano: l’industria meccanica e della lavorazione dei minerali non metalliferi. Nel 2010, le lavoratrici straniere infortunate (perlopiù provenienti da Romania, Marocco, Albania e Perù) sono state poco più di 31.000 (12,7 % sul totale delle donne) con 17 casi mortali su 78. La popolazione femminile nel nostro paese ammonta al 51,5% del totale, ma solamente il 40,4% della popolazione occupata. Unioncamere segnala che un quarto delle aziende italiane è amministrato o di proprietà di donne e nel 2011 vi è stato un aumento di 10.000 nuove realtà imprenditoriali femminili (incremento dello 0,7% contro lo 0,2% con leadership maschile).

I settori in cui le donne preferiscono investire sono: alloggio e ristorazione (+ 3.086 strutture), attività immobiliari (+ 1.493), e attività professionali, scientifiche e tecniche (+ 1.299). Tuttavia, l’Italia è contraddistinta da un tasso di occupazione tra i più bassi d’Europa, al di sotto di 11 punti dalla media Ocse (rispettivamente 48% e 59%).

Nel 2010 l’Istat ha stimato che in Italia sono circa il 40% le donne inattive con figli di età sotto i 15 anni.
L’Istat evidenzia come un terzo delle madri abbia interrotto il lavoro per motivi familiari, riprendendolo in seguito sono in quattro casi su dieci (una su due nel Nord fino a una su cinque nel Sud Italia).

 

 

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