In Giugno 9, 2014

Recentemente, in alcuni supermercati della Slovacchia è stato trovato dell’olio di oliva caratterizzato da livelli eccessivi di idrocarburi (benzopirene). L’Italia è il paese che più di qualsiasi altro al mondo importa olio, per il 74% dalla Spagna, per il 15% dalla Grecia e per il 7% dalla Tunisia. La quantità di olio straniero nel nostro paese è stata, l’anno scorso, di 584.000 tonnellate, cifra triplicata negli ultimi 20 anni. Nella produzione, invece, è segnalata una diminuzione, ma la quantità ottenuta (483.000 tonnellate) potrebbe comunque soddisfare i fabbisogni interni.

i evidenzia, prevede, la necessità di un’adeguata procedura di tracciabilità dei prodotti, in particolare dell’olio e delle filiere produttive che ancora non è ottimale, nonostante l’introduzione del regolamento 182 del 2009 preveda la segnalazione del paese o della macro-area di origine. L’indicazione generale sulla provenienza, infatti, riportando semplicemente “da paesi della UE” o “da paesi extra europei”, fornisce informazioni insufficienti alla tutela della salute del consumatore. Maggiori sono i dettagli presenti sull’etichetta, e maggiore è la possibilità di tracciare l’intero percorso dei prodotti, permettendo agli organi preposti di individuare un’eventuale una falla nella catena produttiva.
Un altro aspetto critico consiste nella possibilità nell’Unione Europea di utilizzare recipienti sia per uso alimentare sia industriale. Nonostante oli e grassi vegetali siano collocati in contenitori diversi in base alla destinazione, si devono tenere presenti eventuali anomalie nelle procedure di pulizia e lavaggio. Ciò è valido anche per gli oli e i grassi vegetali rivolti al consumo umano e per i mangimi animali (Reg. 225/2012).

Sito Ufficiale HACCP

 

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